Quattordicesimo ed ultimo figlio di una famiglia di mercanti di tessuti di Périgueux, nel sud della Francia, Guglielmo Chaminade nacque l’8 aprile 1761. Frequentò il collegio-seminario di San Carlo di Mussidan, dove la sua fede e la sua devozione mariana si rafforzarono. Completò la sua formazione a Parigi. Ordinato sacerdote nel 1785, divenne economo e professore a Mussidan fino allo scoppio della Rivoluzione, nel 1789.
L’educazione ricevuta in famiglia, completata
dalla formazione teologica e professionale, fece emergere i tratti dominanti
della sua personalità: una forte costituzione, sia fisica che morale, un sano
buonsenso, un giudizio equilibrato, le qualità di un uomo d'azione radicate in
una profonda vita interiore.
Come i fratelli, con i quali lavorava al collegio San Carlo, si rifiutò di
prestare il giuramento di fedeltà alla Costituzione civile del Clero - siamo nel
1790 - ragion per cui il collegio venne chiuso.
La prova della Rivoluzione
Durante il Regno del Terrore, Chaminade si
rifiutò di andare in esilio. All'età di trent'anni, nonostante pendesse una
taglia sulla sua testa, si stabilì a Bordeaux, dove visse da clandestino per
poter esercitare il ministero sacerdotale, talvolta costretto a mascherare la
sua identità con travestimenti e rischiando spesso la vita.
Il rischio del patibolo rafforzò la sua fede.
L'esilio in Spagna
Nel 1797, dovette tuttavia prendere la strada
dell’esilio. Andò a Saragozza, in Spagna, dove per tre anni condusse una vita di
preghiera, di riflessione e di studio all'ombra di Nostra Signora del Pilar,
facendo piccoli lavori di artigianato per guadagnarsi da vivere. Ebbe modo di
riflettere sulla sua vita, sulla situazione della Francia…
La Vergine del Pilar intanto preparava il suo futuro missionario.
"Missionario apostolico": audacia creativa nella fede
Quando tornò a
Bordeaux, alla fine del 1800, fu nominato amministratore della diocesi di Bazas
e, su sua richiesta, ricevette da Roma il titolo di "Missionario apostolico". Un
titolo che gli fu sempre molto caro: avrebbe fatto il missionario in modo nuovo!
Nova bella elegit domini! Dio prepara una nuova tattica.
E’ l'8 dicembre 1800: con dodici giovani dà vita alla prima Congregazione
mariana, La Comunità laica, base del suo lavoro al servizio della nuova
evangelizzazione. Con questi giovani, alleati di Maria, avrebbe riacceso
ovunque la fiaccola della fede!
E’ il primo seme della Famiglia Marianista.
Nei tre anni di esilio, aveva capito che si era conclusa un'epoca e ne era
cominciata un'altra. Bisognava trovare nuovi strumenti per poter rispondere a
nuove necessità. Occorrevano nuovi metodi per poter proclamare ed educare alla
fede.
I mezzi erano semplici: occorreva cominciare dal Battesimo; era necessario
vivere con coerenza il proprio battesimo. È il Battesimo che rende ogni
cristiano un missionario. La fede che ciascuno riceve e vive, deve diventare
contagiosa.
A poco a poco, centinaia di giovani e di adulti si unirono al primo nucleo di
Congregati. Il 15 agosto del 1804, la Cappella della Maddalena, a Bordeaux,
diventò il centro delle loro riunioni e dei loro incontri.
Verso un Istituto secolare: l'Alleanza
Mariana
Nel 1809, l'interdizione di Napoleone delle “Congregazioni religiose" costrinse
Padre Chaminade a ridurre al minimo il loro lavoro apostolico. Questa prova
generò qualcosa di nuovo: vari membri della Congregazione pronunziarono dei voti
privati; vivevano da consacrati ma nell’anonimato. Erano i congregati più
entusiasti e più attivi nel portare avanti le attività della Congregazione. Era,
potremmo dire, l’Istituto secolare marianista; tale ramo della Famiglia
Marianista si prolunga oggi con il nome di Alleanza Mariana.
Il bisogno di un uomo che non morisse mai: Istituti religiosi
Insieme ai discepoli più zelanti egli infine realizzò un progetto che gli era
molto caro da lungo tempo: la fondazione di Congregazioni religiose per poter
garantire la continuità all'animazione dei gruppi laici.
Nel 1808, Chaminade aveva iniziato una feconda corrispondenza con Adele de Batz
de Trenquelléon.
ADELE DE TRENQUELLEON
Ma chi era Adele?
Adele nasce al castello di Trenquelléon (Feugarolles) circa un mese prima della
Presa della Bastiglia, il 10 giugno 1789, in una famiglia nobile, le cui
origini, da parte di madre, risalgono a San Luigi IX. Suo padre, ufficiale,
presta servizio nel reggimento delle Guardie francesi. Fedele al Re, conosce
l'esilio... Così pure Adele che, nel 1797, deve lasciare Trenquelléon con sua
madre e il fratello Carlo.
L' esilio
Sono accolti prima in Spagna e poi in Portogallo. Dura esperienza per una
ragazza, ma dalla quale uscirà matura, aperta agli altri, radicata nella
preghiera e soprattutto nell'amore verso Cristo.
In Spagna, a S. Sebastian, il giorno dell'Epifania 1801, Adele fa la sua prima
Comunione. Ha undici anni e mezzo. E' un momento particolare per lei: un
incontro indimenticabile con Gesù nel Sacramento dell'Eucaristia.
Alcuni mesi dopo, con la sua famiglia, torna in Francia, ma a condizione che i
suoi genitori la riconducano in Spagna, non appena avrà raggiunto l'età per
poter entrare al Carmelo.
Adele non dimenticherà mai lo spettacolo desolante che ha visto durante il
viaggio di ritorno: le chiese trasformate in fienili, in rimesse, statue
decapitate, la miseria della gente...
Adele si mette al lavoro
Di ritorno a casa, non dimentica l'appello di Gesù: diventare carmelitana.
M. Ducourneau, che si preparava ad essere sacerdote al momento della
Rivoluzione, viene nel 1802 al castello per occuparsi dell'educazione di Carlo.
Consigliata dalla madre, Adele gli chiede un regolamento di vita per poter,
quando verrà il momento, rispondere all'appello del Signore. A questo
regolamento, che l'invita a una mezz'ora di meditazione mattino e sera, alla
Messa quotidiana, alla lettura spirituale, alla preghiera del rosario..., Adele
aggiunge: "Prendo la risoluzione di applicarmi principalmente alla pratica
dell'umiltà, della dolcezza, dell'obbedienza, di rinunciare alla mia volontà, di
impegnarmi a praticare tutte le virtù, in particolare quelle che mi sono più
necessarie per il mio stato attuale e per il Carmelo".
Nel 1803 riceve il Sacramento della Cresima. Si è preparata passando sei
settimane presso le Carmelitane d'Agen, che vivono nascoste, essendo stato il
loro Ordine interdetto dalla Rivoluzione. Da questo momento, Adele prende
l'abitudine di raccogliersi, alle tre del pomeriggio, ai piedi della Croce, per
unirsi all'infinito amore di Cristo per gli uomini.
Lei arde quando si tratta di condividere la fede che l'anima… Con Jeanne Diché,
cresimata con lei e con qualche anno in più, comincia a condividere la fede e la
vita cristiana, tanto da meravigliare il Sig. Ducourneau. Questi suggerisce loro
di fondare un’associazione di preghiera e di sostegno, per vivere la loro fede,
il loro amore a Cristo, il loro desiderio apostolico.
Dalla «Piccola Società» ... alla Congregazione Mariana
L'associazione chiamata " Piccola Società " si costituisce durante l'estate
1804. Presto aumenta il numero dei membri. L'associazione è diretta da Jeanne
fino al mese di aprile del 1805, quando si sposa col Dott. BELLOC. Essendo meno
disponibile, sarà Adele ad assumerne l'intera responsabilità.
Ogni settimana è inviata dal castello una lettera destinata alle associate, che
commenta il Vangelo della domenica, una festa liturgica, e aiuta a prepararsi
alla Comunione...
I membri si sentono così accompagnati; si stimolano a vicenda per vivere il
Vangelo, per essere missionarie nel loro ambiente, presso le loro amiche...;
fanno catechesi, provvedono ai bisogni dei poveri, visitano i malati, i
prigionieri… Adele apre anche una piccola scuola nel suo castello.
Ha a cuore l'educazione umana e cristiana dei giovani di campagna. Lascia tutto,
non appena sente arrivare i suoi piccoli alunni, che arrivano a tutte le ore:
abitano i casali vicini, lavorano alla fattoria o nei pascoli…
Durante l'estate del 1808, a Figeac, un incontro provvidenziale tra la baronessa
di Trenquelléon e M. LAFON, un congregato di Bordeaux, mette in relazione Adele
e Chaminade.
Gli obiettivi dei due gruppi coincidono ed è con gioia che Chaminade associa la
"Piccola Società”, allora composta di 60 membri, alle Comunità Laiche di
Bordeaux.
Adele approfondisce il suo amore per Maria facendo la consacrazione proposta da
Padre Chaminade.
«Un caro progetto » : l'Istituto
Dopo aver rinunciato, non senza un doloroso e sofferto discernimento, ad una
vantaggiosa proposta di matrimonio, Adele ormai decisa ad appartenere totalmente
a Dio, si dedica a tempo pieno alla missione, condividendo con alcune compagne "
un caro progetto ": la fondazione di un Istituto religioso. Il suo cuore è
ormai, e più che mai, tutto di Dio.
Nel 1814, Adele comunica a Padre Chaminade il suo desiderio e quello di numerose
sue compagne, di fondare una comunità religiosa. Chaminade le risponde in
maniera entusiasta: "Mia cara figlia, fammi sapere se il tuo desiderio di essere
una religiosa comprende le intenzioni e le disposizioni di una piccola
missionaria". A queste parole, Adele si sentì infiammare il cuore.
Qualche mese prima della fondazione vera e propria, Chaminade le scrisse più
esplicitamente: "Tu sai che stai chiedendo la condizione religiosa. I veri
membri di una Congregazione debbono essere anche missionari; questo dovrebbe
valere ancora di più per dei membri religiosi. Perché l'augusta Maria é la
vostra patrona e voi siete le sue figlie".
Ed è così che nasce ad Agen, il 25 maggio 1816, l'Istituto delle Figlie di
Maria. L'anno dopo, il 2 ottobre 1817, nascerà il ramo maschile: la Società di
Maria, che riuniva in comunità religiosi e sacerdoti. Saranno conosciuti come
Marianisti.
Ben presto, religiose e religiosi si mettono all'opera, dedicandosi
essenzialmente all'accompagnamento dei gruppi delle Comunità Laiche
(adolescenti, giovani, madri e padri di famiglia…) e all'educazione attraverso
la scuola, la catechesi, i laboratori, i ritiri, i pensionati…
Per suoi due Istituti religiosi, i cui membri emettevano i tradizionali voti di
povertà, obbedienza e castità, Padre Chaminade aggiunse il "voto di insegnare la
fede e la pratica cristiana". Un voto che ricordava ad ogni Marianista la
missione a cui era chiamato dalla Madre di Dio.
Toccare il cuore
E’ necessario toccare i cuori, suscitare la fiducia… diceva Adele alle sue
figlie; tutto è guadagnato con la fiducia; quando si tocca il cuore… le persone
si mettono in cammino.
Con la fondazione dei due Istituti, la Famiglia Marianista era ora al completo:
Comunità Laiche, Istituto Secolare, Figlie di Maria Immacolata, Società di
Maria. Tutti questi gruppi riconoscono la loro unità nell'impegno comune di
vivere la spiritualità marianista lasciata loro dai Fondatori. I loro membri,
attualmente 9000 circa in 32 paesi, lottano per realizzare il sogno di Chaminade:
presentare al mondo la meraviglia di un "popolo di santi". La loro missione?
Predicare il messaggio evangelico e lavorare per la salvezza di tutta l'umanità
sotto la guida di Maria, madre di Gesù, e in alleanza con Lei.
CONSACRATI A MARIA
E’ giunto il momento di parlare di Lei, Maria, la Madre. E’ Lei all’origine di
tutto ciò che Chaminade e Adele hanno realizzato.
L’impronta mariana della Famiglia Marianista è soprattutto opera di Padre
Chaminade.
Sin da giovanissimo, Guglielmo ebbe un rapporto spontaneo, singolare, profondo
con Maria. In seguito avrebbe chiamato questo legame con Maria con espressioni
diverse: devozione, dedizione, pietà, alleanza, consacrazione.
Egli considerò sempre Maria come Madre: madre di Gesù e madre della Chiesa. Per
Chaminade, Maria, donna e madre, è il grembo materno comune a Dio e agli uomini.
Entrambi si incontrano in lei. Ella è grembo di luce, di fede, di gioia, di
fiducia piena di speranze, di calore, di accoglienza, di amore.
Chaminade vedeva Maria come un dono straordinario di Dio a tutti i credenti.
Come San Giovanni, i cristiani ricevono il dono di poterla riconoscere e
accogliere come madre. Essi la amano, si affidano a lei, la "assistono" nella
sua missione.
L'espressione "consacrazione" è la più forte e la più audace che si possa usare
per esprimere questo rapporto.
Per Chaminade, si tratta di alleanza.
I cristiani sanno che questa consacrazione non termina in Maria; sanno che sono
consacrati al Padre in Cristo dallo Spirito Santo. Il grembo di Maria è il
grembo della Chiesa, madre e vergine, è il fonte battesimale.
"In questo fonte", secondo Chaminade, "la Chiesa, nostra madre, fa nascere dal
suo grembo verginale i figli che ha concepito dallo Spirito di Dio".
"Gesù Cristo fu concepito e formato a nostra immagine nel grembo della
santissima Vergine per azione dello Spirito Santo. Similmente, gli eletti
debbono essere concepiti in quel grembo verginale per azione dello Spirito
Santo, e debbono essere formati a somiglianza di Gesù grazie alle cure materne
di Maria".
Consacrazione vivente a Maria
La consacrazione a Maria ha profonde connotazioni affettive senza le quali non
raggiungerebbe la sua pienezza, né asseconderebbe il suo dinamismo; non è una
semplice questione di ragione e di volontà.
"lo ti offro il mio cuore, tutto il mio essere, la mia vita…" questo esprimono
nella formula di consacrazione i membri della Famiglia Marianista. Conoscere,
amare, servire Maria, formare un'alleanza con lei, appartenerle…: tutto questo
significa impegnarsi nel conoscere, nell'amare, nel servire Dio, nel vivere
l'alleanza con il Padre, il Figlio, e lo Spirito Santo. Significa essere
"consacrati" dalla Trinità per la Trinità. Dal momento del nostro Battesimo, noi
viviamo volti a Dio, nel grembo materno di Maria, nel grembo della Chiesa.
Proclamazione della consacrazione a Maria
Padre Chaminade visse e testimoniò questa alleanza con le parole, i gesti, e con
il suo impegno apostolico ispirato da Maria quale nuova Eva, madre di Gesù e di
tutti i viventi.
Egli propose questo ideale mariano soprattutto ai giovani: in Maria avrebbero
trovato bontà, bellezza, libertà e liberazione, un amore che avrebbe rinnovato
lo splendore e l'attrazione di una fede come nel passato, sorretta - nonostante
le difficoltà - dalla speranza. Di tutto questo, la Donna, Maria, è testimone
vivente, l'icona, diremmo oggi, che fornisce un luogo di raccolta, ed una
bandiera sotto cui combattere. La bellezza unita alla bontà e alla verità,
salveranno il mondo.
Abbiamo bisogno, oggi, di uomini e donne che riescano ad elevarsi fino alle
altezze della Trinità nella loro contemplazione mistica, e che riescano a
scendere nelle più infernali profondità del dolore, della povertà, del peccato,
della malattia, e dell'ingiustizia con il messaggio della redenzione. II
cristiano è chiamato a questa missione, che è in definitiva la missione stessa
di Maria, e può realizzarla fruttuosamente grazie al rapporto con Lei, grazie
all’alleanza con Maria.
MAESTRO DI UNA VITA DI PREGHIERA
Innamorati di Maria, Adele e Chaminade furono anche persone di profonda
preghiera.
Pregare, per i Fondatori della Famiglia Marianista, significa vivere la presenza
di Dio che è in noi e attorno a noi.
La preghiera è un incontro che trasforma
Pregare è essere consapevolmente alla presenza di Dio. Questa presenza
gradualmente ci trasforma.
Cominciamo a vedere le cose come le vede Dio; cominciamo a giudicare le
situazioni come le giudica Dio. Impercettibilmente assumiamo il modo di pensare
di Cristo, i suoi atteggiamenti diventano nostri.
Il ruolo di Maria nella nostra preghiera
La vera preghiera cristiana è anche preghiera mariana. Maria è presente nella
nostra vita di preghiera come madre di Gesù e nostra madre spirituale. Come
madre la sua presenza tende a formarci secondo l'immagine del suo unico figlio,
Gesù Cristo.
Chaminade ci suggerisce di metterci consapevolmente alla presenza di Maria
quando cominciamo a pregare, e di restare in tale presenza per tutto il tempo
della preghiera. Non si tratta tanto di rivolgere la preghiera a Maria (sebbene
questo sia certamente un tipo utile di preghiera), ma piuttosto di pregare con
lei. A poco a poco, l'avere Maria accanto a noi quando preghiamo trasformerà la
nostra preghiera: la fede crescerà, la fiducia in Dio diventerà abbandono sempre
più totale fra le sue braccia, l’amore per Cristo infiammerà e orienterà ogni
nostro pensiero e ogni nostra attività.
Pregare con Maria significa lasciare che lei ci formi ad immagine di suo Figlio.
"Abbiate in voi questo modo di pensare che era in Gesù Cristo ", ci ricorda San
Paolo. Chi più di Maria ha conosciuto questo "modo di pensare" e l'ha pienamente
condiviso?
Con Maria, la nostra preghiera diventerà vita e la vita diventerà preghiera.
Gli ultimi anni
Nella sua lunga vita, 89 anni, Padre Chaminade dovette affrontare prove fisiche
e morali che lo aiutarono a purificare la sua fede, speranza e carità. La sua
fiducia filiale in Maria lo mantenne in pace.
Perse a poco a poco le persone più care, le sue preziose collaboratrici: Teresa
Carlotta de Lamourous, che egli aveva aiutato nel fondare la congregazione
religiosa della Misericordia, a Bordeaux; e Adele, che si spense a 38 anni,
amata e rimpianta da tutti.
Consumata dal lavoro, ma anche dalla malattia, che l’aveva già condotta alle
porte della morte nell'autunno del 1809, incitandola a mettere a profitto il
tempo che le rimaneva da vivere, è con questo grido d'amore "Osanna al Figlio
di David" che il 10 gennaio 1828, all'alba, ella aveva raggiunto il Cristo,
servito con amore, entusiasmo e generosità.
Il Fondatore trascorse gli ultimi vent'anni della sua vita a seguire lo sviluppo
delle opere e delle comunità che erano sorte in Francia, in Svizzera e negli
Stati Uniti.
“Da tanto tempo non vivo e non respiro se non per diffondere il culto della
Beata Vergine Maria”, confidava l’anziano fondatore.
Morì a Bordeaux vicino alla Cappella della Maddalena, il 22 gennaio 1850,
circondato dai suoi figli.
Tutta la vita di Adele e di Chaminade non ebbe che uno scopo: far conoscere,
amare, e servire Gesù e Maria convinti che non si possono “condurre le persone a
Gesù Cristo se non attraverso la sua santissima madre".
"La nostra opera è grande", diceva Chaminade, “è magnifica. Se è anche
universale, è perché siamo missionari di Maria, che ci dice: 'Fate tutto quello
che Lui vi dirà'. Sì, siamo tutti missionari. A ciascuno di noi la Santissima
Vergine ha affidato il mandato di lavorare alla salvezza dei nostri fratelli e
delle nostre sorelle nel mondo".
La Famiglia Marianista oggi
Adele e Chaminade continuano oggi a fare appello a noi per promuovere
attivamente la fede nella nostra società. Una società confusa, dove spesso i
punti di riferimento non sono cristiani. La spinta ad avere 'sempre di più, il
consumismo, il progresso e il 'sensazionalismo' piuttosto che il 'servizio' sono
il motore di tutto. L'ingiustizia allarga il divario tra il ricco e il povero.
Come Famiglia Marianista abbiamo “Buone Notizie” da portare a tutti; abbiamo un
messaggio di speranza da donare all’uomo disorientato di oggi.
Maria ha bisogno, oggi come ieri, di missionari.
Come i servi a Cana, lei ci chiama oggi alla missione: fate tutto quello che
Lui vi dice!
Maria continua ad offrire la sua alleanza; continua a dire a ciascuno di
noi, a te…: “Ho bisogno di te.”